Si è tenuta oggi, giovedì 14 dicembre, a Palazzo Pirelli, l’Audizione della III Commissione Sanità di Regione Lombardia con gli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) della Lombardia, per un prezioso confronto fra rappresentanti e decisori della Sanità regionale.
In presenza della Presidente della III Commissione, Patrizia Baffi, sono intervenuti il Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Brescia e Presidente del Coordinamento degli Ordini TSRM e PSTRP della Lombardia, Luigi Peroni; il Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio nonché Vicepresidente della Federazione nazionale degli Ordini TSRM e PSTRP, Diego Catania, e la Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Varese, Elena Cossa. Hanno partecipato da remoto la Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Cremona, Stefania Simonetti, e il Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Mantova, Alberto Righi.
Il Presidente Peroni ha illustrato e approfondito il ruolo delle 18 Professioni dell’area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione che afferiscono agli Ordini: “Siamo un totale di oltre 30.000 iscritti che contribuiscono attivamente alla tenuta del Sistema Sociosanitario Regionale, mettendo un ampio spettro di competenze al servizio della cittadinanza. Una presenza capillare in tutta la Lombardia, che offre un contribuito insostituibile non solo presso le strutture sanitarie e le aziende ospedaliere, ma anche nei servizi di prossimità e a domicilio”.
L’intervento del Presidente Catania ha posto in rilievo, attraverso la presentazione di oltre 18 progetti da attuare sul territorio regionale, il possibile impatto delle Professioni Sanitarie sulla presa in carico delle persone con bisogno di salute: “Dall’assistenza domiciliare all’attuazione di campagne di sensibilizzazione nei Comuni e nelle scuole, dalla somministrazione di esami di screening e indagini qualitative alle azioni di prevenzione del disagio e delle dipendenze giovanili, fino alla cura delle fasce più fragili e anziane della popolazione, appare evidente la ricchezza del potenziale contributo delle Professioni Sanitarie alla salute della cittadinanza, da valorizzare e implementare sul territorio con il sostegno dei referenti regionali”
L’apporto dei Professionisti, tuttavia, non può prescindere da un aspetto di responsabilità, che deve essere riconosciuta sul piano organizzativo e gestionale, attraverso l’istituzione di Dirigenze e Dipartimenti delle Professioni Sanitarie, nonché su quello economico e di carriera, con lo stanziamento di risorse e l’attribuzione di incarichi di funzione. La valorizzazione delle competenze di tutte le aree riconosciute dalle Legge 251/2000 rappresenta un punto di svolta imprescindibile nel passaggio da tempo auspicato, ma non ancora pienamente realizzato, da un modello di sanità prestazione-centrico a uno olistico e multiprofessionale, in grado di seguire la persona in tutte le fasi del suo percorso di vita. Su tali argomenti si è concentrato l’intervento della Presidente Cossa, che ha sottolineato il ruolo fondamentale della prevenzione: “Le Professioni Sanitarie possono farsi promotrici di percorsi di assistenza a tutto tondo, in grado di anticipare l’esordio della patologia, nonché di contenerne e gestirne le conseguenze”.
Il confronto ha messo in luce diversi punti d’incontro fra le richieste degli Ordini e le nuove prospettive della Sanità regionale, evocando la prospettiva di un cambiamento non più rimandabile, necessario per rispondere pienamente alla domanda di salute di una popolazione fragile e caratterizzata da esigenze complesse.